Tabagismo: è morto Marlboro Man

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La morte di Marlboro Man

Marlboro Man è morto. Ammazzato da un cancro ai polmoni, provocato proprie dalle sue amate sigarette Marlboro.  E’ vero, sembra una barzelletta. Una barzelletta un po’ macabra, un po’ grottesca, ma comunque una barzelletta. Purtroppo non è così.

Eric Lawson, conosciuto come “Marlboro Man”, per via degli spot che girò negli anni ’70 ed ’80 dove pubblicizzava la nota marca di sigarette Marlboro, è morto pochi giorni fa a San Louis Obispo in California. La causa è un devastante cancro ai polmoni, contro al quale lottava già da diverso tempo. Un cancro ai polmoni di quelli che è ormai ampiamente riconosciuto sono provocati dal tabagismo. Eric Lawson fumava da quando aveva 14 anni, aveva seguito gradualmente tutte le tappe del vero tabagista, iniziando con le sigarette senza filtro, passando per le sigarette con il filtro e terminando (nel vero senso della parola) con quelle con su scritto “il fumo uccide”. Proprio per questa sua fedeltà al tabacco era stato premiato da Leo Burnett, ai tempi responsabile pubblicitario della Philip Morris, il quale gli aveva offerto la possibilità di recitare in uno dei tanti spot con protagonista “Marlboro Man”. Marlboro Man, con il suo cappello da cow boy, il suo abbigliamento da duro ed il suo fascinoso cavallo da rodeo, diventò presto il simbolo della Marlboro nel mondo, assicurando a quello che doveva essere solo un piccolo ramo del colosso Philis Morris, un ruolo da leader assoluto. Marlboro Man ispirò addirittura una linea di abbigliamento in tema (la Marlboro Classics, ancora presente sul mercato) ed il suo marchio sponsorizzò le italiane Ferrari e Ducati per diverso tempo.

Oggi Marlboro Man è morto, aveva 72 anni. Pare che negli ultimi anni aveva prestato il suo viso per diversi spot antitabagismo, senza d’altronde riuscire a perdere lui stesso il vizio del fumo. Mentre la pubblicità sulle sigarette era stata ormai abolita (nei paesi Occidentali almeno), Eric aveva continuato la sua carriera di attore partecipando a diverse serie tv, anche di successo come Baywatch, Charlie’s Angels e Streets of Old San Francisco.

La notizia risulta ancora più drammatica se si pensa che non si tratta del primo “Marlboro Man” a lasciarci le penne con le sigarette. Prima di lui la falce del tabagismo aveva colpito Wayne McLaren, David McLean, Dick Hammer e Davis Millar. Uomini simbolo di un vecchio cattivo vizio, che nonostante tutte le sue vittime, non siamo ancora riusciti ad estirpare del tutto.

Oggi i dati a livello mondiale evidenziano una diminuzione marcata del consumo giornaliero di tabacco, che tuttavia viene compensata da un incredibile aumento del numero di fumatori (dovuto in parte all’aumento della popolazione), soprattutto in stati come la Cina, la Russia, il Bangladesh e l’Indonesia. Quasi 6 milioni i morti ogni anno ed in stati come il Giappone si continuano a trasmettere spot pro-tabacco, aprendo così una prateria per dei nuovi disgraziati “Marlboro Man”.

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