L'ultima sull'eutanasia dal Belgio

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L'eutanasia sui bambini

Il dibattito sull’eutanasia, o “morte dolce”, è all’ordine del giorno. Oggi come lo era duemila anni fa, quando Ippocrate, padre greco della medicina, ne condannò l’uso attraverso il suo celebre Giuramento. La sua storia è più antica di quanto ci si possa immaginare e, molto probabilmente, rimarrà in auge ancora per molto.

L’ultima novità nel campo dell’eutanasia proviene dal Belgio, nazione storicamente liberale, alla pari della vicina Olanda. E’ stata approvata pochi giorni fa, in Belgio, una nuova normativa che prevede l’estensione del diritto all’eutanasia anche per i minorenni. Premettiamo che in Belgio l’eutanasia è già ben regolamentata dalla legislazione ed esiste da più di 10 anni; la diffusione ai bambini però appare alquanto più complessa.

Di fatto il minorenne, stando alle normative vigenti, non è idoneo a prendere decisioni così importanti riguardo alla sua vita, giacché non ha le facoltà mentali e giuridiche adeguate. D’altronde, risiede proprio in questo concetto gran parte della distinzione fra maggiorenni e minorenni.

D’altro canto, come sostengono i socialisti del premier Elio di Rupo, i liberali, i verdi ed una sostanziosa parte della popolazione (circa il 70%), l’integrazione apportata alla vecchia legge che regola l’eutanasia rappresenta un importante ma ordinario passo in avanti nella lotta per la libertà personale. Non è giusto, infatti, che quei bambini che fin da piccoli sono costretti a subire dolori e pene terribili, non debbano poter usufruire del diritto a “lasciarsi morire” (o se preferite a “farsi ammazzare”) solo per via della loro giovane età.

La nuova legge, chiaramente, propugna un iter abbastanza lungo e articolato affinché se ne possa beneficiare. Non basterà certamente che un bambino vada all’ospedale e chieda di ricevere la fatale iniezione, perché questo avvenga. E’ necessario, invece, che, oltre alla ferma volontà del bambino, sia riconosciuta da uno psicologo la sua effettiva capacità di intendere e volere, nonché il consenso inequivocabile di entrambi i genitori.

La legge ha ricevuto un ampio consenso sia fra la gente che in parlamento, dove è passata con una maggioranza schiacciante. Tuttavia, i suoi detrattori non hanno tardato a manifestarsi.

Subito dopo l’approvazione, l’arcivescovo di Bruxelles André-Joseph Leonard ha infatti duramente condannato ciò che è accaduto fra Camera e Senato. Citando la vecchia storia per cui il progresso tecnologico o legislativo è spesso sinonimo di regresso morale e civile, il leader belga della Chiesa cattolica ha stilato una dettagliata lista delle ragioni del “no” dei cattolici. Fra queste, la più incisiva, è proprio quella legata alle capacità di prendere decisioni dei minorenni. E’ quindi nato un consistente movimento, capitanato dall’Arcivescovo con il supporto di musulmani, comunità ebraica, protestanti, anglicani, evangelisti ed ortodossi, che annuncia di dare battaglia, senza sosta, alla nuova legislativa.

In un continuo batti e ribatti, pare che il Governo belga stia ora pensando, come se non bastasse, di estendere ulteriormente il diritto alla “morte dolce” adducendogli i sofferenti di malattie mentali. E così, sembra che il dibattito sia destinato a durare ancora moolti anni.

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